Il valore aggiunto nelle risorse umane si chiama mentoring, una parola che già da sola basta ad evocarci tante cose. Si ricorderà, infatti, che Mentore era l’amico di Ulisse che accolse sotto la sua ala protettrice il figlio dell’eroe omerico. L’espressione, oggi, viene usata per indicare la figura del “vecchio saggio”, il personaggio positivo di racconti, romanzi e film che interviene a sostegno del protagonista e lo sprona ad intraprendere un certo viaggio, facendo a lui da supporto e, soprattutto, istruendolo in quella che sarà la sua personale missione.
E che cos’è l’esperienza di un giovane collaboratore appena entrato in azienda se non l’inizio di un’avventura professionale che ha bisogno della guida illuminata di un mentore? Ecco allora che il mentoring diventa quella marcia in più che consente al team leader, o allo stesso manager (deve infatti trattarsi di una persona professionalmente esperta e che conosce in dettaglio le dinamiche d’impresa) di traghettare le giovani leve verso una scoperta graduale dei meccanismi di lavoro in azienda.