Il supplier quality engineer si pone a cavallo tra qualità e programmazione
Il suo compito è assicurare che il lavoro dei fornitori venga fatto in modo da assicurare gli standard di qualità fissati dall’azienda per cui lavora, attribuendo a ciascuno di loro una pagella che poi orienta le scelte relative ai possibili rinnovi dei contratti. Si tratta del supplier quality engineer, una figura inquadrata come tale in poche aziende, ma in realtà presente in quasi tutte le medie e grandi realtà, pur con denominazioni diverse.
Il professionista in questione di solito è un ingegnere gestionale, che conosce le principali dinamiche e i processi dell’azienda e lavora fianco a fianco con i responsabili acquisti, monitorando il lavoro dei partner e consigliando sulle varie opzioni in campo. Solitamente si tratta di un quadro – lo stipendio lordo annuo oscilla tra i 50mila e i 60mila euro -, ma ci si può avviare alla professione anche all’indomani della laurea, considerato che molte aziende oggi sono concentrate sull’ottimizzazione dei costi e per questo motivo hanno aperto posizioni anche per i profili junior.
Questo vale in primis per il comparto industriale (manifatturiero e automotive su tutti), ma anche nella distribuzione. Parte del suo lavoro si svolge anche nell’analisi dei processi aziendali, con un’attenzione particolare ai test sui prodotti e alla verifica degli standard operativi, con relazioni di solito su base trimestrale. Per finire, si occupa anche degli aspetti legati alla sicurezza dei processi e in questo caso è necessario che abbia anche conoscenze sulle normative di settore.