Molti consumatori, leggendo più attentamente la propria bolletta della luce hanno scoperto di pagare la tariffa non residente pur essendo residenti. Come potete leggere qui, l’applicazione della tariffa non residente comporta costi maggiori rispetto alla tariffa residente.
Perciò cosa fare? Buone notizie: è possibile richiedere il rimborso a Enel Servizio Elettrico e anche il passaggio da non residente a residente.
La procedura per il rimborso e la modifica della tariffa si basa sull’autocertificazione di residenza del cliente.
Come si procede.
Bisogna fornire a Enel l’autocertificazione di residenza anagrafica nella quale si attesti che la residenza è presso l’abitazione per la quale si chiede la tariffa residente e il rimborso.
Bisogna inoltre fornire le coordinate del conto corrente bancario (nominativo e codice fiscale dell’intestatario, numero del conto, codice ABI e codice CAB) o tipologia, dati identificativi del titolare, numero e scadenza della carta di credito se non si usufruisce già del servizio di domiciliazione delle bollette: scegliendo la domiciliazione bancaria, postale o su carta di credito delle bollette, il deposito cauzionale precedentemente versato, viene rimborsato.
I moduli relativi all’autocertificazione e alla domiciliazione vengono inviati da Enel Servizio Elettrico.
Perciò una volta preparati i dati necessari bisognerà collegarsi a www.prontoenel.it o chiamare il numero verde 800 900 800 ed esporre il problema.
Bisognerà infine restituire, compilata e firmata, la documentazione inviata da Enel Servizio Elettrico dopo la richiesta di modifica della tariffa, seguendo le indicazioni riportate nella lettera di accompagnamento.
Enel, una volta ricevuti i dati corretti e ottenuta l’autocertificazione di residenza effettuerà il passaggio della tariffa e il rimborso direttamente in bolletta per quanto pagato in eccesso.
Nel caso in cui Enel non reagisca alla vostra richiesta di rimborso si può inviare una lettera di messa in mora (con minaccia di adire le vie legali se non provvedono al rimborso) per poi tentare una conciliazione al giudice di pace o presso la locale camera di commercio