Ne sentiamo spesso parlare e forse neanche abbiamo un’idea chiara di cosa sia realmente e come funzioni ma dovendolo spiegare a un bambino, qual’è la definizione di mercato?
In poche (e semplici) parole, potremmo dirgli: il consumatore necessita di un determinato prodotto (o beneficio) il produttore lo ascolta (o almeno si spera) studia un metodo efficace per produrlo e presentarglielo.
Col passare del tempo, i produttori aumentano e con essi la concorrenza sul mercato. A questo punto per mantenersi competitivi, le soluzioni a disposizione sono: ascoltare di più i consumatori, oppure trovare il modo per saperne di più sui loro effettivi bisogni.
La seconda alternativa, di gran lunga migliore, a volte rischia di tradursi in pubblicità invadente come spesso capita nella comunicazione unidirezionale (io parlo, tu sta zitto e ascolta!).
Parlando senza ascoltare, quello che contano sono i numeri. Le aziende individuano la fascia di consumatori più vasta possibile, con gusti omogenei, ignorando tutto ciò che si allontana da ogni sfumatura e sfaccettatura (questo è quello che avviene ad esempio con gli spot televisivi).
Diversamente, con una comunicazione a due vie, il mercato non ha più necessita di ricorrere a proiezioni statistiche per farsi un’idea dei gusti della potenziale clientela.
Attraverso un blog aziendale può raggiungerla, conoscere, interpellarla e aggregarla efficacemente in maniera del tutto gratuita.
In questo caso parla l’azienda ma anche il consumatore e talvolta si ascoltano reciprocamente.
Come recita la prima delle 95 tesi del Cluetrain Manifesto, i «mercati sono conversazioni» e oggi grazie a Internet le persone hanno a disposizione strumenti incredibilmente veloci con cui condividere conoscenze e informazioni.